In Bianco.
La porcellana nella ceramica d’arte contemporanea
31 Agosto – 24 Settembre 2023
A cura di Matteo Zauli e Xiuzhong Zhang
Arriva a Faenza nei prestigiosi spazi del Palazzo del Podestà, da poco restaurato, l’edizione italiana del progetto “In bianco. La porcellana nella ceramica d’arte italiana contemporanea”, già presentata al Ceramic Art Avenue Art Museum Jingdezhen per la Prima Biennale Internazionale d’Arte Ceramica di Jingdezhen (Cina), a cura di Matteo Zauli e Xiuzhong Zhang.
La mostra vuole approfondire l’utilizzo della porcellana in Italia oggi e vede la partecipazione di 36 artisti italiani:
Francesco Ardini | Patrizio Bartoloni | Sandra Baruzzi | Marco Basta | Alessandro Di Pietro | Michele Gabriele | Andrea Romano | Jonathan Vivacqua | Lorenza Boisi | Giulia Bonora | Silvia Celeste Calcagno | Chiara Camoni | David Casini | Diego Cibelli | Antonella Cimatti | Sara Dario | Mirco Denicolò | ELICA Studio – Carlo Pastore, Elisabetta Bovina | FOS Ceramiche | Alberto Gianfreda | Annalisa Guerri | Ana Cecilia Hillar | Fabrizio Lucchesi | Eva Marisaldi | Georgia Matteini Palmerini | Simone Negri | Nero / Alessandro Neretti | Martha Pachon Rodriguez | Mimmo Paladino | Marta Palmieri | Fiorenza Pancino | mCLp studio Resmini & Pellegrino | POL Polloniato | Paolo Porelli | Ornaghi & Prestinari | Karin Putsch-Grassi | Luce Raggi | Andrea Salvatori| Angelica Tulimiero | Italo Zuffi
Questo progetto espositivo intende essere sintesi della contemporaneità italiana della ceramica applicata al materiale porcellana che, anche nel nostro paese, è fonte di immenso fascino.
Un fascino che si ricollega proprio alla storia gloriosissima di Jingdezhen, un luogo che anche qui in Italia viene identificato come la punta di diamante di una Cina che, come si dice e si sa perfettamente tra gli addetti ai lavori “è il luogo da cui l’arte ceramica deriva”.
Ma il potere deduttivo della porcellana non dipende soltanto dalla propria storia: il suo stesso biancore, la sua stessa consistenza plastica, la sua impareggiabile purezza la collocano anche in Italia come il primo tra i materiali ceramici.
La mostra, attraverso i suoi artisti, vuole approfondire l’utilizzo della porcellana in Italia oggi muovendosi su due nitidi piani di narrazione, che si intersecano nel progetto espositivo. Il primo unisce, cosa ancora piuttosto inedita, due ambiti artistici della ceramica: da un lato i ceramisti scultori o i ceramisti designer, che infondono nelle proprie opere grande sapienza tecnica o spiccata originalità; dall’altro gli artisti che la utilizzano saltuariamente, spesso in collaborazione con artigiani di grande livello, e che proiettano le opere in una dimensione concettuale. Il secondo piano narrativo della mostra si sviluppa attraverso il dialogo tra una serie di opere che vedono la Natura o il naturale come continua ispirazione della propria ricerca e un altro gruppo di lavori che raccontano l’Uomo, la civiltà e le proprie dinamiche culturali e sociali esaltando in questo il ruolo dell’opera quale arcaico oggetto utilizzato dall’uomo in ogni tempo per testimoniare la propria presenza sulla Terra.
In questo ricchissimo panorama, l’utilizzo della porcellana continua ad essere ammantato di un’aura quasi magica. In ogni ambito di impiego ceramico, questo materiale continua ad ammaliare autori e pubblico e ad essere considerato una conquista ardua, dal punto di vista tecnico, e quindi preziosissimo.
Ciò che sotterraneamente lega tutti gli artisti in mostra è una forte tensione poetica nei confronti di quello che la porcellana in Italia rappresenta.
In bianco, il titolo della mostra, non è soltanto un facile richiamo alla purezza e alla essenzialità cromatica della porcellana, ma sottintende un approccio mentale che questo prezioso materiale dell’arte ancora oggi suggerisce. Quello stesso bianco che appartiene alla pagina vuota su cui scrivere o porre segni, ad una tavola ancora da ornare ed imbandire, ad una parete ancora da allestire con arredi o opere d’arte, ad una distesa innevata ancora da marcare con le proprie impronte. Una storia millenaria che, nel nostro Paese, suggerisce ancora soprattutto un futuro piuttosto che richiami passati. Un vuoto irradiato di luce, in cui ogni gesto sulla morbida argilla contiene un inconscio o consapevole sguardo alla storia e alla cultura cinese – in particolare proprio alla storia di Jingdezhen – e che ad essa lo lega inevitabilmente.
Matteo Zauli
Un evento del Comune di Faenza.
Con il contributo di Regione Emilia Romagna.
In collaborazione con Unione della Romagna Faentina, European Route of Ceramics e Zhong Art International.
Con il patrocinio del Comune di Jingdezhen, Università della Ceramica di Jingdenzhen, China International Exhibition Agency, AiCC Associazione Italiana Città della Ceramica
Allestimenti a cura di Oscar Dominguez
Orario apertura:
1 e 2 settembre ore 10.00 – 22.00
3 settembre ore 10.00 – 20.00
dal 4 al 24 settembre:
lunedì – venerdì ore 16.00 – 20.00
sabato – domenica ore 10.00 – 13.00 / 16.00 – 20.00